10 ottobre 2006

Tutti possiamo tutto, ma...

Posso uscire, posso chiamare qualche amico, posso suonare una chitarra, posso comporre una canzone, posso scrivere in un blog, posso girovagare in internet, posso leggere un libro, posso farmi un giro a piedi, in macchina, in autobus, posso studiare, posso lavorare, posso alzarmi presto o tardi, posso vedere il sole come la luna, posso ascoltare della buona musica, posso giocare, posso ridere o piangere, posso chiedere e rispondere, posso pregare... "Tutti possiamo tutto", proprio come il Re Lucertola, ma non saremo mai felici, felici veramente, se ci manca la cosa (o persona) più importante, o perlomeno, quella che noi riteniamo la più importante. Lei, cioè la cosa (o persona) a confronto con tutto il resto, la bilancia pende ancora dalla parte di Lei, la cosa (o persona).

26 agosto 2006

La scala

Oggi, o meglio, domenica 20 agosto 2006, è stata un giornata di svolta, una di quelle giornate che ricorderò per il resto della mia vita. Ancora adesso non riesco a capire se sia peggio morire o vivere la sensazione di morire.

Oggi, 26 agosto 2006, si ritorna a vivere... continuando a sperare, come al solito...

18 agosto 2006

Due ore e mezzo di parole

Ebbene sì, mi sento fuori dalla realtà in questo momento. Ho lasciato passare circa un’oretta, ho aperto Firefox, l’amministrazione del blog e cliccato su “Scrivi” ed ora, più che cercare di scrivere frasi di senso compiuto, sono intento a capire ciò che sto pensando, ciò che sento, e ad osservare ciò che mi circonda, nella stanza. Ho come l’impressione che questa stanza sia nuova, un posto del tutto sconosciuto, e sto notando dei particolari, sui quali non mi sono mai soffermato (per esempio un pacchetto di cannucce posto sopra alcuni libri, che non so chi l’abbia messo lì…). Ci sono tante cose che non so, per esempio, non so se devo piangere o se devo ridere per sentirmi bene, adesso. Sto optando per la via del “non ci pensare, concentrati su ciò che stai scrivendo” e pare che ci stia riuscendo bene, ma se ciò che sto scrivendo è proprio quello a cui non voglio pensare, la situazione si fa difficile. Potrei scrivere altro, ma mi mancherebbe l’ispirazione, e soprattutto mi toccherebbe pensar ad altro, e non avendo voglia di pensar ad altro, scrivo ciò che sto pensando e sarà quel che sarà: piangerò, riderò, sorriderò, mi cagherò sotto, magari durante la stesura di questo post, non mi interessa! Un’oretta fa ho sentito Lei, al telefono, si, proprio Lei, quella del video, non “lei” l’ultima persona che ho conosciuto. Sapevo l’ora esatta in cui ci saremmo sentiti, e già un’ora prima il cuore mi stava battendo più veloce del solito. Giunta l’ora prestabilita, ho chiamato, puntualissimo (strano, non sono mai andato d’accordo con il concetto di puntualità, e me l’ha fatto notare anche lei, subito, appena ha risposto al telefono). Poi “ciao come va?, ciao come non va?”, classica intro di una conversazione fra due persone che non si vedono da qualche mese. Siamo rimasti a parlare per due ore e mezzo, e di due ore e mezzo di parole, ora come ora, ricordo poco o nulla. (Dio santo, quanto vorrei una di quelle merendine dei bambini felici della tv, si, adesso, ho fame, ed ora guardo in frigo, e lascio i “due punti”, perchè poi vi faccio sapere se ho trovato qualcosa di simile: …il mondo è in trepidazione, tutti attendono la notizia, incollati agli schermi dei propri pc…: … gnam, continuo con una mano sola, almeno fino a quando non la finisco!!) Dove sono rimasto? Ah si, Lei, ehm si… (finita la merendina, e mi chiedo come cazzo facciano quei bambini ad essere felici se la merendina dura dai 30 ai 40 secondi, poi si che da grandi a molti piace fumare, quando scoprono che la sigaretta dura molto di più… per non parlare del sesso, ma il discorso è pò più complicato…ma sul sesso ritornerò in un altro post, figurarsi, sono “uomo”, quando mai s’è visto un “uomo” astenersi dal fare o discutere di sesso?) Comunque ritorno a Lei! Della telefonata mi ricordo chiaramente due cose: 1. per tutto il tempo della conversazione ho desiderato essere là accanto a Lei; 2. mi ha dato fastidio parlare, con Lei, delle nuove persone che abbiamo conosciuto, o meglio, delle “donne” che io ho conosciuto, e degli “uomini” che Lei ha conosciuto, in questo periodo in cui non ci siamo sentiti. So che la cosa mi ha dato parecchio fastidio, anche se lì per lì, ero tutto fiero di poterle dire: “ho conosciuto una ragazza davvero carina, formidabile, etc. etc.”. Dopo cinque minuti mi sono accorto che stavo mentendo a me stesso: non ho conosciuto nessuna ragazza che mi piace a tal punto da dire che è formidabile. Si, ne ho conosciuta una che mi potrebbe interessare, ma non so con che tipo di sentimenti possa cominciare una relazione con questa persona, certamente non così intensi e non così profondi quanto vorrei (questa è la mia impressione, delle ore 3.17 di venerdì 18 agosto 2006, il mondo, con i suoi piccoli e simpatici abitanti, cambia in fretta…fin troppo in fretta). Passano altri 5 minuti e mi accorgo che ho descritto nei minimi particolari la persona che ho conosciuto semplicemente per farla ingelosire, o meglio, sperando di captare un minimo di gelosia nelle sue parole, nei suoi commenti. Risultato? Ho captato qualcosa del genere, ma stasera sto cavalcando l’onda pessimistica, perciò reputo quelle piccole esitazioni e quelle timide parole al suo mal di testa. Lei poi mi ha raccontato di aver conosciuto due ragazzi, ma che uno era “strano”, “troppo strano”, e l’altro aveva già una ragazza e che quindi “non l’ha più chiamato, perchè lei non fa queste cose”. Io, specchiandomi nello schermo nero del pc spento, ho detto “bene…”, e mi sono sentito un coglione. Non so esattamente perchè, ma mi sentivo stupido in quel momento…tant’è che ho acceso il pc in modo da non potermi più riflettere sullo schermo, non volevo vedermi, con quello sguardo da ebete pensare a Lei e a un possibile “ritorno di fiamma” (come dicono loro). A volte penso di non voler questo “ritorno di fiamma”, altre volte vorrei che la fiamma non si fosse mai spenta. Vado a dormire, che è meglio… magari stanotte mi verrà in mente qualche dettaglio in più sulla telefonata… (mi sento molto “la vecchia in giallo”, ehm no, “la signora in giallo”, che in una puntata doveva riflettere sui particolari di una telefonata legata ad un omicidio; io devo cercare di ricordare i particolari di una telefonata che ho fatto con le mie stesse corde vocali, chi è più rinco, io o la vecchia?…). “Pessimismo e fastidio”, dicevano, stasera per me solo pessimismo, il fastidio un altro giorno…

Ah, dimenticavo un particolare: stanotte mi addormento ascoltando “Il segreto di Jodie“, sempre dei Dalsangre… se ne volete un assaggio cliccate su Play it!

Nota: per eventuali commenti... gradirei riceverli sul mio Blog Ufficiale, grazie. Clicca qui

15 agosto 2006

L’ignoranza e l’impotenza del vento

Canzone di sottofondo del post. Titolo: n. 39 Casa Popolare, Artista: Dalsangre

Nota: se leggi il post sul mio Blog Ufficiale (clicca qui) potrai ascoltare la canzone mentre leggi...

Sono in fase relax, voglio fumare l’ennesima cicca e bere qualcosa di analcolico (mi sento meno “tossico”…), apro la finestra, ho freddo, la chiudo e penso: non vedo! Riapro la finestra, ho freddo, la chiudo e penso: sposto la tenda! Sposto la tenda, mi siedo sul letto, mi stendo sul letto, chiudo gli occhi e penso: non vedo! Apro gli occhi, mi alzo dal letto, osservo il cielo notturno d’estate 2006 e penso: non voglio vedere! Chiudo gli occhi e rimango in piedi, mi sento stupido, tolgo la maglia, riapro gli occhi, vado alla finestra, mando a fanculo la tenda, apro la finestra, ascolto e penso: che “schifo”! Rimango alla finestra, aperta, ho freddo, chiudo gli occhi, aspetto di parlare col vento e penso: nella mia vita ho quasi sempre l’impressione di parlare con il vento! Apro gli occhi, guardo lo “schifo” (che tutto sommato oggi non è così male), cammino verso il centro della stanza, raccolgo il telecomando da terra, accendo il pc, ascolto “n. 39 Casa Popolare”, chiudo gli occhi, e dico: “L’aristocratico novizio di umile bontà… rimane appeso rinvolante sull’onda dell’essere Superiore, come colui che caricò l’indice incompreso sull’ombra indolente e traforata del rammaricato filibustiere”. Sto zitto un attimo, apro gli occhi, silenzio…. scoppio a ridere, sento il vento, alle mie spalle, che ride anche lui, e mi sussurra nell’orecchio: “Ffffffiuhhhhh…” , che signica: “Bravo, cogl…ne! Sei diventato un perfetto pazzoide dall’ultima volta che ci siam visti!”. Mi giro, osservo il vento, e dico: “Bravo, continua a dar giudizi e a non concludere un caxxo!”. Il vento smette di ridere, mi osserva, e timidamente chiede: “qualcosa non va?”. Io rispondo: “Odio la tua ignoranza e odio la tua impotenza: sei troppo imprevedibile, ti insinui fra la gente, fra le case, nelle case, fra i rami degli alberi, ti gratti la pancia sulle creste di montagna, ti fai accarezzare dall’oceano, dai prati, giochi con le foglie, ti diverti a rompere le palle mettendoti contro, non sai risolvere un problema perchè quando tenti di far qualcosa distruggi sempre tutto, ho sonno, vattene e lasciami dormire!”. Il vento se ne va, la finestra rimane aperta, mi stendo sul letto, e mi addormento pensando: Che caxxo significa quella frase?

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08 agosto 2006

La voce di Charlie

Benissimo, ore 3.07 e dovrei essere già a letto. Si, vado a letto. Adesso. Ok, ora vado. Si!….. Spengo la luce, accendo la mia lampada verde, osservo la scrivania, con birra, sigarette, pc ancora acceso. Mi siedo, spengo cellulare, e avvio la musica. Per “musica” intendo UNA canzone sola. Ora ascolto “The Neighborhood” di Charlie Musselwhite, e me la metto in ripetizione fino a quando avrò postato il mio “articolo” e spento il pc. Dio mio, quanto amo la ritmica di questa canzone, la userei per fare tutto. La voce di Charlie è veramente profonda, mi entra nella mente, mi droga, parla con la mia anima, e il ritornello…il ritornello…ecco che arriva….ahhhhh, è uno di quei ritornelli che passano a prendere la tua anima e la portano in giro per il mondo, e te la fanno sentire più leggera che mai…

Stanotte non scriverò nulla, e Charlie mi sta dicendo di andare a letto…Buona notte gente

Sito ufficiale www.CharlieMusselwhite.com

Ascolta “The Neighborhood” di Charlie Musselwhite (anteprima), così capisci l’atmosfera in cui mi trovo…apri QUESTA PAGINA e scorri fino alla lista delle canzoni contenute nell’album “Sanctuary”. Sono solo 30 secondi, purtroppo non si può far più…

07 agosto 2006

Ore ed ore ad ascoltare il vento

Ore ed ore ad ascoltare il vento. Spengo la luce, e accendo la sigaretta. Una delle tantissime sigarette di oggi, che come delle pazze furiose, mi stanno togliendo pezzi di vita, di cuore, di luce. Lo fanno piano piano, sottovoce, quasi di nascosto. Si insinuano con il loro denso respiro, nel mio corpo, e le sento toccare ogni parte dei miei polmoni, solletico, e poi fuori tutto di un botto, libere nell'aria. Queste sigarette, che lasciano il virus "morte" nel mio corpo, ma la mia anima non bada mai a ciò che succede al mio corpo, perciò continuo a fumare. Stupidità, il fumo, stupidità esserne dipendenti, stupidità giudicare dall'esterno i dipendenti da fumo (come quelli di alcool e droga). Quel tipo di gente "esterna" o "estranea" non usa mai le parole adatte, non usa mai gli sguardi giusti, sembra che ascolti ma invece ha la mente vuota mentre le parli. Si dipingono di bianco o di nero, come bersagli. Il mondo è un pò come una grande Las Vegas, ma bicolore, solo bianco e nero, dove le persone si accendono o si spengono ad intermittenza, in base a sensazioni, impressioni, giudizi, emozioni.
Spesso sento dire che "la mente" è una gran cosa, che tutti l'abbiamo e che tutti possiamo usarla. Nessuno spiega perchè qualcuno non la utilizzi affatto. Io stesso, in certi momenti, penso di aver la mente vuota, completamente vuota, incapace di sputare un mezzo pensiero. Forse è tardi per scrivere, questa notte, o forse sono solo stanco, e poco incazzato. Penso ai posts che ho scritto finora su questo blog, e penso ai miei posts futuri (palle! come faccio a pensare ai miei posts futuri?), e mi chiedo quanti non verranno letti, quanti si perderanno nei meandri di internet, ma soprattutto, quanti non verranno letti dalle persone che mi interessano. Già, si tratta proprio di questo. Al giorno d'oggi non comunichiamo per giungere alla soddisfazione dei nostri bisogni primari, perchè non c'è più bisogno di comunicare per questo, riceviamo tutto in automatico; comunichiamo invece per "far colpo" sulle altre persone, per lavorare all'impressione che daremo all'altra persona. E forse è proprio per questo motivo che al mondo "c'è troppo superfluo", cominciando dalle troppe parole inutili. Se fossimo capaci di sostituire quelle parole con degli sguardi più intensi, con un gesto, con dei silenzi, o perlomeno con delle parole più "dirette", sono convinto che il mondo potrebbe ingranare la quinta (dato che tutti dicono sia "partito in quarta").

Oggi la gente è felice, domani non lo è più. La vita è una sinusoide, ma se... ma se, ma se, ma se! Ma se io me ne andassi a letto ora? Cotinuerò il discorso, credo, quando sarò più lucido, sperando di avere lo stesso stimolo. Buona notte gente.

06 agosto 2006

Parlando del mio blog

Allego una specie di "descrizione-commento" del mio blog, fatta su un sito dove si possono segnalare i propri blog.

"Il mio mondo tondo. Il mondo di un'anima impaurita, che non smette mai di esistere. Questa è l'essenza del mio blog, una specie di diario di viaggio, un viaggio ridicolo, per certi versi. Il sito raccoglie varie riflessioni, scritte in modo "parlato", informale, ed è proprio questo che un blog dovrebbe contenere. Ho trovato tantissimi blog con altrettanta spazzatura. Adoro i blog scritti con la testa... poi se le cose sono o non sono interessanti è un'altra cosa, ma voglio che la gente ragioni prima di scrivere e pubblicare qualcosa. Questo è un tipico caso di "vado contro il sistema", e sono il primo a dire che le mie parole, certamente, non cambieranno lo stato delle cose. Ma dal mio silenzio, perlomeno, ho gridato questo: "Usate quella c***o di testa!", ed io mi sento soddisfatto. Sono egoista, lo so, tutti lo siamo, e se per caso qualcuno ha qualcosa da obiettare, mi troverete sul mio blog, pronto per rispondere ai vostri commenti e ad interagire con le persone che non la pensano come me (Il dialogo...ragazzi, il dialogo! è il libro dove studiano gli intelligenti...). "