25 maggio 2006

Corpo stanco, ora troppo solo

Di nuovo qua, simile ad un diario. Nonostante la stanchezza ho voglia di scrivere qualcosa. Come ho scritto varie volte nel mio diario personale, scrivo perchè penso di poter star in pace con me stesso, ossia, cerco la pace in me stesso scrivendo. Il più delle volte accade il contrario, mi sento così male a scrivere perchè devo ricordare, e ricordare fa male.
Altre volte mi lascio andare, permetto alla mia mente di andare ovunque, senza alcun limite, e mi rilassa. Ma il gioco non dura molto, mi ritrovo sempre a dover fare i conti con la realtà, una volta salvato il "post" e spento il pc.

Oggi è stato un altro dei molti giorni di dolore che ognuno ha, anche se dicevano fosse solo uno ("il giorno di dolore che ognuno ha"). Ogni volta che accedo alla mia casella di posta spero sempre di vedere il suo nome, in bella vista, l'unico che mi renda felice. Ed ogni volta rimango deluso, un piccolo dolore quotidiano che ormai mi accompagna da parecchio tempo. Non so esattamente cosa mi aspetto di ricevere da lei, ma vorrei che mi scrivesse qualcosa, giusto per farmi sentire che, ogni tanto, mi pensa. La vita è così strana: un anno e mezzo fa non avrei mai pensato di trovarmi in questa situazione, a dover aspettare, in modo oserei dire patetico, un messaggio di posta elettronica da una persona che ho visto 3 volte nell'arco degli ultimi 9 mesi. 9 mesi...e se la penso lì, nel letto, la vedo ancora con quel suo corpo sexy, ma anche con la sua tenerezza, che non vorrei mai svanisse dai suoi occhi. Quel mix di emozioni che mi fanno sentir vivo al solo pensiero di lei, solo immaginandola vicina.

A volte mi ritrovo nel letto a pensare a lei, ma in un modo strano: me la immagino lì, accanto a me, con gli occhi chiusi e un leggero sorriso che mi fa capire che è felice, e ciò rende felice anche me. Osservo la mia mano che accarezza i suoi capelli morbidi, e la pelle liscia dei suoi fianchi o della sua schiena. E piango, dal momento in cui mi accorgo di sognare, o dal momento in cui capisco che l'unica cosa che ora posso accarezzare è il mio cuscino. E a volte lo faccio.

Poco prima della sua partenza, lei era tornata per circa una settimana nella sua città, ed io ho dormito con il suo cuscino preferito: aveva il suo stesso profumo e, se mai in futuro mi capiterà di risentirlo, sarò così inebriato che, dentro, il mio cuore piangerà, ma solo di gioia.

Ogni giorno che passa capisco di averla persa per sempre, ma ogni volta mi ripeto che non posso convincermene, non posso esserne sicuro. Così ogni giorno demolisco e ricostruisco una speranza che mi tiene sempre compagnia, una speranza che è allo stesso tempo unica causa di dolore e unico motore di gioia.

Sono le 2.21, dormi amore mio, dormi serena perchè, anche se montagne innevate, boschi desolati, città semi deserte e mura fredde, questa notte, ci dividono, la mia anima è lì con te per assorbire ogni tuo dolore e renderlo mio, finchè l'alba, forse, renderà pace a questo mio corpo stanco, ora troppo solo.