02 giugno 2006

Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma

Beh, oggi pioggia, dentro e fuori. Là fuori solo un mondo ricoperto di lucentezza, ma di una lucentezza opaca, pesante, monotona. E qua dentro, come sta oggi la mia anima? Non c'è male, potrebbe andar peggio.

Non ricordo proprio dove ho sentito o letto che "nulla si crea, nulla si distrugge, ...tutto si trasforma". Sicuramente qualcuno di "colto" commenterà questo post illuminandomi sull'autore. Ma per questa volta farò risparmiare tempo al "colto" di turno facendo una semplice ricerca in Google...

...ed eccone i risultati: “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma” conferma Lavoisier dimostrando scientificamente l’inesistenza di un creatore.

(Pausa: mi sono ricordato di avere della buona crema di limoncino in freezer che potrebbe essermi utile..., che poi..."freezer" si scriverà in questo modo? ci vorrebbe un'altra ricerca in Google, ma non ne ho certo voglia! ... ...potevo anche risparmiarmi la mezza paranoia sul "freezer" perchè la bottiglia stava sul tavolo della cucina, ed infatti mi sto bevendo una crema di limoncino quasi calda...)

Torno al mio discorso...

"Nulla si crea".... vero, ma non nella totalità dei casi...
"Nulla si distrugge"....dipende...
"Tutto si trasforma" ...vero...

Giudizio finale: per me il concetto è valido!

Scusate un attimo, devo fare un'altra piccola pausa...ma questa volta rimango qua, a scrivere. Sto digitando sui tasti del mio laptop, in un silenzio quasi assordante, seppure interrotto da qualche auto di passaggio e da qualche voce di passante, con un immotivato senso di paura, si, la chiamerei "paura". Cerco di concentrarmi su ciò che scrivo e mi accorgo che sto pensando a mille altre cose, con preoccupazione e dedizione, e ciò mi rende nervoso al punto tale di capire che ho paura di questo mondo. Voglio sperare che si tratti di paura-stimolo, che mi aiuti a crescere, volare, conquistare, vincere, e non di paura-paura, quella che ti blocca, che ti manda in panico.

Ciò di cui ho veramente paura è della prima impressione. La prima impressione è quella che conta, quella che lascia il segno, quella che trasmette il Gusto nella bocca dell'anima affamata della persona con cui stai interagendo per la prima volta, che può essere un gusto amaro, antipatico e insopportabile oppure un gusto dolce, fine, prelibato. Beh, qualcuno può obiettare che esiste la possibilità di rimediare, di poter tornare indietro e scolpire una nuova dimesione di se stessi ma...se facciamo attenzione, è proprio in questo caso che non siamo più noi stessi, che diventiamo completamente un altro essere, estraneo, sconosciuto. Ed è proprio in quel caso che le difficoltà aumentano (ma non eravamo tornati indietro per volerci semplificare le cose?).