17 luglio 2006

Sono al mondo, ma fuori da esso

Benissimo, oggi ho ritrovato un pò di tempo da dedicare al mio Blog. In verità tempo ne avrei in abbondanza, soprattutto in questo periodo di "transizione", ma non so perchè non mi son messo mai a scrivere qualcosa.
Innzitutto ho dato una ritoccatina al look del blog, alquanto semplice, ma efficace. Ma non mi soffermo su queste sciocchezze...piuttosto ho molte cose da dire (scrivere) che la mia mente, or ora, mi sta suggerendo.


Posso iniziare dal fatto che in questi ultimi giorni ho conosciuto una persona, una nuova persona, che mi ha fatto riflettere molto. Vorrei commentare, capire, ma è ancora presto per dir qualcosa a riguardo. Tralasciando le stranezze del caso, per certi aspetti assurde, si tratta di una persona che potrebbe interessarmi, ma non la conosco ancora abbastanza da poter capire ciò che provo.
A volte però rimango perplesso...da cosa? Dal modo, sempre diverso, con cui mi propongo alle nuove persone. Si tratta di una cosa che non posso, o non riesco, a controllare: lo capisco solo dopo qualche giorno, e la cosa mi rende parecchio nervoso.
Eppure non dovrebbe essere una cosa difficile apparire come si è veramente, basta essere se stessi, no? Non è affatto così, se io sono me stesso, finisco per apparire in un modo completamente diverso. A volte cerco di giustificare questo mio comportamento pensando che tutto dipende da una particolare situazione o dalla persona con cui sto interagendo, ma essere se stessi significa esserlo in ogni situazione e nei confronti di ogni persona. Mah, un giorno ne verrò a capo...

Vorrei parlare di me stesso, di questo periodo, delle idee che mi passano per la mente, dei miei progetti, dei film che ho visto, delle canzoni che ho ascoltato, ma in questo preciso istante, sento tutto molto vuoto.
Siamo a metà luglio, sto bucando la confezione di un Estathe, mi sento uno scout sfigato, con la puzza dell'ennesima sigaretta, non ancora spenta, nel posacenere cromato. La mia lampada verde illumina appena la stanza, quel poco che basta per proiettare qualche timida ombra sul muro. Osservo dei libri, ben riposti sullo scaffale, con la sensazione che siano semplici scatole vuote perchè questa notte, da loro, non imparerò nulla.

Sono già le 3.52, ormai possiedo un fuso orario tutto mio. Già mi vedo come un minuscolo bucherello nel mappamondo, sperando non sia di quelli gonfiabili. Sono al mondo, ma fuori da esso.

A volte, di notte, vado a sedermi per terra sul balcone: da lì posso osservare un paesaggio che tutto sommato non mi piace, ma amo l'aria, il silenzio, le luci, le stelle, la mia sigaretta, e, chiudendo gli occhi, attendo le prime luci dell'alba per sentirmi accarezzare il volto dalla tenera mano del Sole.