18 agosto 2006

Due ore e mezzo di parole

Ebbene sì, mi sento fuori dalla realtà in questo momento. Ho lasciato passare circa un’oretta, ho aperto Firefox, l’amministrazione del blog e cliccato su “Scrivi” ed ora, più che cercare di scrivere frasi di senso compiuto, sono intento a capire ciò che sto pensando, ciò che sento, e ad osservare ciò che mi circonda, nella stanza. Ho come l’impressione che questa stanza sia nuova, un posto del tutto sconosciuto, e sto notando dei particolari, sui quali non mi sono mai soffermato (per esempio un pacchetto di cannucce posto sopra alcuni libri, che non so chi l’abbia messo lì…). Ci sono tante cose che non so, per esempio, non so se devo piangere o se devo ridere per sentirmi bene, adesso. Sto optando per la via del “non ci pensare, concentrati su ciò che stai scrivendo” e pare che ci stia riuscendo bene, ma se ciò che sto scrivendo è proprio quello a cui non voglio pensare, la situazione si fa difficile. Potrei scrivere altro, ma mi mancherebbe l’ispirazione, e soprattutto mi toccherebbe pensar ad altro, e non avendo voglia di pensar ad altro, scrivo ciò che sto pensando e sarà quel che sarà: piangerò, riderò, sorriderò, mi cagherò sotto, magari durante la stesura di questo post, non mi interessa! Un’oretta fa ho sentito Lei, al telefono, si, proprio Lei, quella del video, non “lei” l’ultima persona che ho conosciuto. Sapevo l’ora esatta in cui ci saremmo sentiti, e già un’ora prima il cuore mi stava battendo più veloce del solito. Giunta l’ora prestabilita, ho chiamato, puntualissimo (strano, non sono mai andato d’accordo con il concetto di puntualità, e me l’ha fatto notare anche lei, subito, appena ha risposto al telefono). Poi “ciao come va?, ciao come non va?”, classica intro di una conversazione fra due persone che non si vedono da qualche mese. Siamo rimasti a parlare per due ore e mezzo, e di due ore e mezzo di parole, ora come ora, ricordo poco o nulla. (Dio santo, quanto vorrei una di quelle merendine dei bambini felici della tv, si, adesso, ho fame, ed ora guardo in frigo, e lascio i “due punti”, perchè poi vi faccio sapere se ho trovato qualcosa di simile: …il mondo è in trepidazione, tutti attendono la notizia, incollati agli schermi dei propri pc…: … gnam, continuo con una mano sola, almeno fino a quando non la finisco!!) Dove sono rimasto? Ah si, Lei, ehm si… (finita la merendina, e mi chiedo come cazzo facciano quei bambini ad essere felici se la merendina dura dai 30 ai 40 secondi, poi si che da grandi a molti piace fumare, quando scoprono che la sigaretta dura molto di più… per non parlare del sesso, ma il discorso è pò più complicato…ma sul sesso ritornerò in un altro post, figurarsi, sono “uomo”, quando mai s’è visto un “uomo” astenersi dal fare o discutere di sesso?) Comunque ritorno a Lei! Della telefonata mi ricordo chiaramente due cose: 1. per tutto il tempo della conversazione ho desiderato essere là accanto a Lei; 2. mi ha dato fastidio parlare, con Lei, delle nuove persone che abbiamo conosciuto, o meglio, delle “donne” che io ho conosciuto, e degli “uomini” che Lei ha conosciuto, in questo periodo in cui non ci siamo sentiti. So che la cosa mi ha dato parecchio fastidio, anche se lì per lì, ero tutto fiero di poterle dire: “ho conosciuto una ragazza davvero carina, formidabile, etc. etc.”. Dopo cinque minuti mi sono accorto che stavo mentendo a me stesso: non ho conosciuto nessuna ragazza che mi piace a tal punto da dire che è formidabile. Si, ne ho conosciuta una che mi potrebbe interessare, ma non so con che tipo di sentimenti possa cominciare una relazione con questa persona, certamente non così intensi e non così profondi quanto vorrei (questa è la mia impressione, delle ore 3.17 di venerdì 18 agosto 2006, il mondo, con i suoi piccoli e simpatici abitanti, cambia in fretta…fin troppo in fretta). Passano altri 5 minuti e mi accorgo che ho descritto nei minimi particolari la persona che ho conosciuto semplicemente per farla ingelosire, o meglio, sperando di captare un minimo di gelosia nelle sue parole, nei suoi commenti. Risultato? Ho captato qualcosa del genere, ma stasera sto cavalcando l’onda pessimistica, perciò reputo quelle piccole esitazioni e quelle timide parole al suo mal di testa. Lei poi mi ha raccontato di aver conosciuto due ragazzi, ma che uno era “strano”, “troppo strano”, e l’altro aveva già una ragazza e che quindi “non l’ha più chiamato, perchè lei non fa queste cose”. Io, specchiandomi nello schermo nero del pc spento, ho detto “bene…”, e mi sono sentito un coglione. Non so esattamente perchè, ma mi sentivo stupido in quel momento…tant’è che ho acceso il pc in modo da non potermi più riflettere sullo schermo, non volevo vedermi, con quello sguardo da ebete pensare a Lei e a un possibile “ritorno di fiamma” (come dicono loro). A volte penso di non voler questo “ritorno di fiamma”, altre volte vorrei che la fiamma non si fosse mai spenta. Vado a dormire, che è meglio… magari stanotte mi verrà in mente qualche dettaglio in più sulla telefonata… (mi sento molto “la vecchia in giallo”, ehm no, “la signora in giallo”, che in una puntata doveva riflettere sui particolari di una telefonata legata ad un omicidio; io devo cercare di ricordare i particolari di una telefonata che ho fatto con le mie stesse corde vocali, chi è più rinco, io o la vecchia?…). “Pessimismo e fastidio”, dicevano, stasera per me solo pessimismo, il fastidio un altro giorno…

Ah, dimenticavo un particolare: stanotte mi addormento ascoltando “Il segreto di Jodie“, sempre dei Dalsangre… se ne volete un assaggio cliccate su Play it!

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